1. LA GNOSI CRISTIANA
a) principi generali
Il cattolicesimo, sostanzialmente, afferma la sua autorità con un’impostura ricordata dalla storia come l’atto donativo di Costantino…nulla o poco, c’entra il cattolicesimo con l’idea originaria del cristianesimo.
San Paolo asserisce che il Cristo è venuto tanto per i Greci come per gli Ebrei, per salvarli entrambi.
La metafisica cristiana, è essenzialmente formata dai “materiali” della spiritualità greco-romana, la sua idea della Trinità si situa in un movimento dialettico del tutto estraneo allo spirito ebraico e, affinché fosse affermata l’unità del dogma, la storia dimostra che poté molto più la spada che non la bontà teologale.
L'origine del cattolicesimo ha sempre fatto discutere. Che il cattolicesimo sia una religione derivata dalla spiritualità cristiana, una delle tante professioni di fede, è ancora oggi un argomento che genera confusione e perplessità nella mente razionale dei contemporanei. Da sempre esistono due schieramenti contrapposti: gli eretici e i fedeli. Entrambi sostengono tesi prive di contraddizioni. Con un ragionamento analogo nella sostanza anche atei e credenti si confrontano sulla razionalità delle loro certezze. Il primo schieramento discute sulla legittimità della Chiesa Cattolica in quanto unica depositaria della verità cristiana, il secondo (atei e credenti) discute sull'esistenza di Dio e di Cristo in particolare.
Per gli alchimisti rinascimentali, specialisti nel sanare le contraddizioni e coniugare gli opposti, il problema posto dai due schieramenti è superfluo. Ciò che conta è l'esperienza dell'individuo in rapporto a se stesso, alla sua vita, alla sua felicità interiore (la Gnosi). La fede è un artificio per superare alcune barriere altrimenti difficili da varcare. La fede in Dio, nella ricompensa post mortem, nella redenzione dei peccati, nella salvezza dell'anima, nel Regno di Dio, nel Paradiso celeste, ecc.. sono solo degli "espedienti psicologici" per bypassare il pensiero razionale (le Leggi della fisica e della biologia) e razionalizzatore (usi, cosumi, morale, etica e religione di gruppo) ed "immergersi" profondamente, come nel Battesimo nel fiume Giordano o nel Gange, nell'universo parallelo dell'alchimia interiore in cui è possibile la vita creativa, spirituale e trascendente.
Espandendo le qualità femminili (Maria) dell'amore fisico, della cura, della protezione, della pazienza, del rispetto e della comprensione emotiva, qualità peculiari dell'anima razionale (la Madonna), l'individuo sviluppa le facoltà dell'emisfero destro di strutturare il senso di sè nello spazio, nel tempo all'interno dei sistemi di trasmutazione dell'energia motoria (fisica) in energia chimica (psichica), dinamica (mentale), magnetica (coscienza), elettrica (creatività) e atomica (pensiero).
Questa forma di sviluppo dell'energia interiore, chiamata in oriente della "mano sinistra", è la stessa praticata dal Cattolicesimo. Il Cattolicesimo è "femmina" e deve il suo successo nondiale alla capacità della sua organizzazione teologica di utilizzare la fede come strumento di "accettazione" della natura umama, di sublimazione dell'aggressività nel perdono, di trasformazione della pulsione sessuale e della libido in penitenza, utilizzando forme "simboliche" di espiazione attraverso la sofferenza della carne. C'è una profonda saggezza nella pratica cattolica e non è un caso che le donne abbiano rappresentato in passato il fulcro invisibile della fede sociale.
Il concetto cardine dell'alchimia cattolica è che siamo tutti peccatori. Anche il Papa afferma di essere, come Cristo, l'ultimo degli ultimi e di aver bisogno del perdono di Dio. Il peccato è il motore immobile della trascendenza cattolica. Senza peccato non c'è redenzione e senza redenzione e quindi evoluzione attraverso il peccato, non c'è salvezza. Il cattolico deve peccare, è nella sua natura di uomo obbedire alle leggi biologiche (istinti, pulsioni e libido) e disobbedire alle leggi del Padre Yavhè (le leggi sociali, morali, etiche e spirituali sancite da Mosè). Con l'avvento di Gesù Cristo si innesca un processo di trasformazione della trinità umana (istinti biologici/il padre, pulsioni psichiche/lo spirito e libido/il figlio) nella trinità divina che qualifica il figlio di Dio (il padre/coscienza - il figlio/conoscenza e lo spirito santo/coscienza di sè) .
La trasformazione di questi tre fattori avviene naturalmente attraverso l'alchimia femminile dei sentimenti (la metamorfosi naturale dell'anima di Maria) e la conoscenza della natura umana dominata dal Male (il peccato indotto dagli istinti), dal Diavolo (il desiderio psichico) e da Satana (la libido mentale). Gesù (il Figlio dell'Uomo) evolve nella conoscenza di Cristo (il figlio di Dio) e si fà carico di indicare la via della trasformazione della libido carnale (il ladrone pentito), della libido psichica (Barabba) e della libido spirituale (INRI) sulle tre croci del Calvario.
Diego Velazquez: Crocifissione in un paesaggio. Un libro puntella la croce alla sua base , mentre un teschio avverte l'osservatore sull'aspetto iniziatico del sacrificio della "libido di INRI", evento da collocare all'interno di un preciso "paesaggio" storico, culturale e religioso.
Diego Velazquez: L'incoronazione della Vergine. L'anima che evolve nelle qualità femminili ed espande il senso di sè, ascende al "cielo" metafora della realizzazione dell'intelletto intuitivo. Ecco allora che l'iniziato può ricevere la "corona d'oro (la corona magnetica), metafora della capacità del corpo di attrarre la luce del Maestro in cui sono riposte le esperienze della trasformazione della libido (la conoscenza iniziatica) e la conoscenza dei saggi e dei realizzati (il Padre tiene in mano la sfera con la croce, simbolo della pietra filosofale).
b) IL PROBLEMA DELL'ISTRUZIONE CRISTIANA
C'è il Gesù delle parabole in cui rivela una grande comprensione della natura umana. C'è il Gesù della Passione che manifesta una compassione suprema per le miserie umane. C'è il Cristo crocifisso che insegna a perdonare...Ci sono tanti volti di Cristo. Purtroppo non siamo stati abituati, (come avviene invece in altre religioni) a leggere il Vangelo alla stregua di un libro di pedagogia, psicologia e filosofia. Se avessimo studiato il Vangelo così come invece abbiamo analizzato, commentato e celebrato in vari modi la "Divina Commedia", avremmo una quantità incredibile di immagini, parole e contenuti di coscienza da esprimere e condividere.
Abbiamo dovuto aspettare il 1973 per vedere al cinema il musical di Jesus Christ Superstar per comprendere una diversa concezione del messaggio cristiano che va oltre al "limitato" uni-senso cattolico...va oltre le epoche e il tempo. Ma allora, se è così importante comprendere il messaggio cristiano, perché gli intellettuali occidentali, atei, agnostici o di altre fedi, non si decidono ad affrontare l'argomento in forme "laiche", dal punto di vista dei contenuti morali e non solo della ricerca delle verità storiografiche? Siamo ignoranti, dobbiamo ammetterlo. La cultura, o meglio l'incultura cattolica, ci ha privato di studiare a scuola i testi sacri della spiritualità cristiana.
Se andate a sbirciare i libri negli scaffali delle librerie, vi accorgerete che sono più numerosi i saggi critici sui testi sacri induisti o buddhisti, che non quelli sul Vangelo. Cristo è stato e continua ad essere una esclusività della Chiesa Cattolica, un "superstar" con cui riempire ancora le casse del Vaticano....Per fortuna è arrivato un musical a restituire una immagine fuori dagli schemi, mentre qualche anno prima Pasolini aveva affrontato con coraggio la possibilità di restituire il "corpo e il sangue " di Cristo al popolo. La Passione di Mel Gibson è invece una operazione di marketing che non intacca la coscienza collettiva, anzi, restituisce alla religione cattolica il compito di spiegare unilateralmente il significato della sofferenza sulla croce (cavallo di battaglia dell'alchimia cattolica).
Purtroppo i teologi cattolici sono "ciechi e stupidi" (come quelli descritti da Brueghel*), ed è sufficiente leggere un libro di qualche priore "illuminato", per capire che non sanno distinguere una virtù cardinale dall'altra e che, soprattutto, dimenticano (o non li capiscono) gli insegnamenti dell'Alchimia cristiana. L'Alchimia cattolica è diventata infatti nei secoli un potente mezzo di trasformazione della libido sessuale in amore per il denaro; comprensione della debolezza umana a fini utilitaristici; compassione per gli umili e gli ignoranti per poterli manipolare con furbizia; perdono degli errori e dei peccati della carne per poter compiere peccati ancora più grandi e gratificanti.
Dobbiamo ammettere con mestizia che la cattiva coscienza cattolica è dentro i nostri cuori e non si può estirpare, ma come annuncia San Giovanni, la Donna dell'Apocalisse (metafora dell'anima intellettiva che comprende il significato del Vangelo) sta per calpestare il drago, metafora della libido spirituale dei cattolici che, ancora oggi, in un mondo dominato dall'incertezza morale, politica, economica; dall'insicurezza etica, religiosa e sociale e dalla precarietà della coscienza individuale e collettiva, si arroga il diritto di rappresentare e interpretare il Vangelo e di essere l'unica depositaria della rivelazione cristiana.
Quando l'anacronismo delle idee, delle certezze consolidate, dei dati di fatto e delle credenze conferma una realtà "apparentemente" solidale con esse, accade invece l'irreversibile. Come il muro di Berlino*, anche il cattolicesimo imploderà dall'interno delle proprie mura. Ciò avverrà quando una "massa" considerevole di cristiani dichiarerà di non potersi più definire cattolica. Perché Cristo è un modello di trasformazione troppo importante per essere lasciato nelle mani di chi, (dal 300 dopo cristo ad ora) lo ha usato per giustificare l'opportunità storica, ideologica e sociale del "capro espiatorio". Il fatto che alcuni di noi abbiano il "coraggio" di ricordare (con una certa nostalgia adolescienziale) il significato "evolutivo e trasgressivo" di "amare il prossimo tuo come te stesso", significa che forse aspiriamo ad essere trattati con "Amore, Rispetto, Comprensione, Compassione e autentico Perdono" da coloro che 'predicano bene e razzolano male' e mettono a rischio la verginità morale, fisica e intellettuale dei nostri figli.
C) IL PROBLEMA DELLA LEGITTIMITA' CATTOLICA
Sono pochi i lettori che conoscono la storia del cristianesimo delle origini e il processo storico-sociale e culturale che condusse alla costituzione della chiesa cattolica di Roma. Come riporta la storia Patristica in mille e più passi delle sue cronache, nel Terzo secolo, momento cruciale per la storia della religione occidentale, la violenza generava se stessa in sanguinose lotte e vendette trasversali.
Stragi di pagani su cristiani, di questi ultimi sui primi e di cristiani contro altri cristiani, i quali, reciprocamente s’accusavano d’interpretare imperfettamente la natura metafisica di Cristo.
Erano gli anni in cui il cristianesimo era dilaniato da un profondo dissidio dottrinale.
Spesso, bastava la semplice controversia su dove andasse posta l’interposizione di una virgola all’interno di un concetto dottrinale ad infiammare gli animi di fazioni opposte, a tal punto da scatenare eccidi impietosi.
Il quadro storico di quei secoli, ben evidenzia il tormento di un Età attraversata da straordinari quanto mai tragici rivolgimenti, la cui portata ed effetti, al di sotto la lastra di una non ben definita modernità, ancora oggi propagano il loro eco nel significato stesso delle nostre esistenze.
Il clima in Egitto s’era fatto teso, il prefetto Cinegio garantiva l’impunità alle empietà perpetrate dai cristiani, i quali, spesso radunatisi in bande di nerovestiti, (i monaci) formavano una moltitudine scomposta che s’abbandonava liberamente al saccheggio delle campagne, arrivando a commettere omicidi e violentare le donne dei contadini al lavoro nei campi.
Ad Alessandria, il vescovo Teofilo, uomo ambizioso, crudele, eccitava gli animi dei più facinorosi esaltando le presunte virtù di un fanatismo mistico in grado di purificare l’anima mediante l’ingiuria del corpo.
Egli, radunava a sé i più diseredati, con i quali formava delle legioni precarie, mal assortite, che arringava con astratte promesse di redenzione, cui incoraggiava l’esercizio degli istinti peggiori con la garanzia d’impunità per i crimini commessi nel nome di Dio.
E’ lui, che incitando una di queste torme diede l’assalto alla biblioteca d’Alessandria, bruciandola.
Costoro, oltraggiavano e distruggevano la memoria di quanto più sublime, più nobile ed elevato, l’uomo attraverso la sua esperienza diretta del sacro, nel corso dei millenni, poté testimoniare nella materia.
La gnosi cristiana, durante i primi secoli di vita, era riuscita a fondersi nello stato imperiale, servendosi dell’impero come di un involucro per la sua incubazione. Sostanzialmente il principio religioso universale, corrispondeva all’idea di monarchia mondiale e approfittando adesso delle contingenze che in quel momento avevano indebolito l’autorità di Roma, essa stessa mirava a raccoglierne l’eredità, ottenendo progressivamente l’accentramento di un potere solo materiale.
Erano trascorsi cinquant’anni dal consiglio di Nicea voluto da Costantino, dove fu sancita la formale divisione della chiesa imperiale in tre grandi patriarcati, quello di Roma, di Antiochia e di Alessandria…dunque 375 anni dalla morte di Cristo, e già a quel tempo, la sua rivelazione sembrava perdurare come svuotata d’ogni autentico contenuto spirituale.
La Chiesa di Roma nasce sulle sponde del Tevere…in una delle quattordici regioni con cui la riforma d’Augusto volle divisa la città…tredici latine ed una etrusca…la Chiesa scelse la regione etrusca per edificare il suo tempio, che sorse sopra l’antico colle dei Vati, meglio conosciuto come Vaticano.
Lì v’era, prima della fondazione stessa di Roma, un importante centro oracolare, (datato almeno al mille avanti Cristo) e dal quale, non è certo un caso, si ramifica un dedalo ipogeico di proporzioni gigantesche, mai del tutto completamente esplorato, che la convenzione storicistica ha voluto fosse scavato dai primi cristiani: le "Catacombe".
E’ ingenuo pensare che centinaia di chilometri (se non migliaia) siano stati scavati in appena tre secoli e non invece supporre, assai più verosimilmente, che i cristiani riadattarono la dove poterono, una struttura sotterranea a loro preesistente.
Una struttura ramificata in tutto il Lazio, la cui origine presumibilmente è da imputarsi ad una Civiltà che precede la nostra.
Il luogo dove sorge la Chiesa romana, confinava con l’antico giardino dei Tarquinii, la dinastia di Re etruschi dell’età mitica della monarchia, la dove la memoria antiquaria, poneva presso le sponde del Tevere, nei pressi del mausoleo d’Adriano (Castel S’Antangelo) uno degli ingressi all’Ade...poiché vi era un lago d’acqua sulfurea e un tempio di Proserpina, tanto che la memoria degli anziani stagnini (idraulici) della zona, ricorda in quei pressi, fino a quarant’anni addietro, fuoriuscire da un bocchettone posto sugli argini costruiti dai piemontesi, un getto d’acqua solforosa.
Etrusco, ironia della sorte, fu il secondo Papa della cristianità, S. Lino da Cortona.
La Chiesa, si erge come se legittimasse involontariamente il significato ultimo della profezia dei dieci secoli etruschi.
Il fiume, è l’emblema dell’incessante fluire del tempo, che separa le sponde di due epoche, l’antica dall’antichissima e quest’ultima, sarà convertita come il luogo dal quale scaturirà l’accezione della nuova Era.
Attraverso i secoli, la Chiesa ammasserà i frammenti di supreme vestigia, le testimonianze simboliche scritte, dipinte o scolpite di una conoscenza totale, destinata a rimanere in gran parte incompresa sino ai nostri giorni.
E’ verità, che l’uomo attraverso i vari millenni, cambia la percezione delle cose e ripensa alla sua collocazione nell’Universo.
Cristo nasce…ciò è evidente…tra due segni zoodiacali, divenuti poi due animali.
Egli, indiscutibilmente arriva ad annunciare l’età nuova, l’età in cui gli oracoli si fanno muti e la natura sembrando ritirare in se stessa una sua particolare essenza, si fa più discreta…come diventasse più ostile e noi, di rimando, sempre più sordi al suo flebile canto.
Intendo rilevare il significato di un’usurpazione perpetrata dal cattolicesimo, sin dal primo atto della sua fondazione, ai danni di una sacra verità, di cui noi possiamo intuirne l’importanza per mezzo dei simboli che essa reca, portati dall’originarietà del messaggio iniziale e che coinvolge un eminente conoscenza riguardante l'essenza dell’Universo, nel quale viviamo, che noi stessi siamo, e che non si può ignorare o banalizzare, in quanto penetra il motivo della nostra intimità, illuminata nell’affermazione dell’idea cosciente di sé.
Del resto constatare che l’incomprensione, l’impostura, il delitto…le circostanze storiche che a un dato momento maturarono un dissidio profondo tra la teoria della dottrina e l’opera degli ingegni più fecondi…di come tale drammatico e sublime contrasto, abbia provveduto a rivolgere i significati stessi della poesia e dell’arte, di cui i migliori s’avvalsero per rinnovare ed elevare il senso dell’epoca in cui operavano, è un altro discorso, assai affascinante, intimamente correlato a questo, e che non può essere ignorato, ma verrà successivamente analizzato.
Pertanto il cristianesimo mai sarebbe potuto fiorire nelle coscienze, se prima non vi fosse stata, operante nel grembo del Mediterraneo, la suprema realtà delle religioni a carattere iniziatico; le quali sotterraneamente, attraverso il corso di centinaia e centinaia d’anni favorirono un rapporto più intimo con la divinità.
Assistiamo sin dal V sec. A.C. ad un progressivo e inesorabile decadimento delle divinità olimpiche…anzi… direi che queste già nascono figlie di un incomprensione ben più grande della suggestione che poterono evocare nel cuore degli uomini.
Tanto più la credibilità in questi Dii viene meno, che maggiormente si diffondono tra ogni ceto e classe sociale, le iniziazioni ai Misteri, i quali, attraverso particolari cerimonie e riti segreti, avrebbero mostrato la via ad una realtà invisibile ma ugualmente accessibile, la cui percezione evocava nell’animo dei partecipanti, i più veridici presagi consolatori a riguardo delle finalità dell’esistenza nel suo solvibile rapporto con la morte.
Sostanzialmente ciò che l’orfismo o le cerimonie eleusine garantivano all’uomo, era un contatto più intimo con la divinità, una prossimità più pura con la sua ineffabile essenza, dove appunto, vedendo e comprendendo, mediante una catarsi purificatrice, l’anima conquistava la sua immortalità.
Conquistava, si ponga attenzione a ciò…i pitagorici, asserivano farsi simili ai Numi divini…ed in questo piccolo indizio, si rivela il carattere dello spirito occidentale, che è indissolubilmente congiunto alla forma, e che riproduceva negli affreschi paleocristiani il Cristo come Orfeo trace.
L’iconoclastia dovette ripiegare su se stessa la furia distruttrice, l’immagine di Cristo per sopravvivere dovette necessariamente ellenizzarsi.
Il cristianesimo delle origini fu una religione a carattere iniziatico, il cattolicesimo rivolse questo carattere in una indistinta, brutale massificazione…per quanto nei Vangeli canonici, a ben guardare, si conservò una velata memoria delle origini, per le quali l’ottenimento dell’anima non è cosa facile ad aversi…dove, per chi non sarà adeguatamente preparato: "….non vi sarà altro che pianto e stridor di denti "…un immagine questa, che lascia supporre sia ben altro a servire per l’accrescimento dell’animo, di un indistinto, scialbo, mistico quietismo, dentro cui moltissimi pascolano pensando sia far abbastanza andare in chiesa la domenica e pregare a proprio tornaconto, mentre così agendo altro non si fa che degradarsi nel più infimo livello d’accattonaggio spirituale.
Il cattolicesimo, ben lungi dall’essere solo una religione deviata, come in sostanza è, riguarda anche la somma di molteplici tensioni massimamente buie, talvolta luminose, che nel loro insieme tratteggiano il magnifico, fondo chiaroscuro dei nostri ultimi duemila anni.
Essenza stessa dell’Europa moderna, la chiesa oggi ha trovato l’unico nemico capace di sconfiggerla, s’è imbattuta in una parodia più grande di lei, l’indefinita società dei consumi, che l’ha inglobata senza apparente sforzo o esagerati clamori. Il cristianesimo, in origine si fece eco dell’esigenza di un ritorno al senso più puro dello spirito religioso, che già negli spiriti migliori fu avvertito secoli prima della sua rivelazione, ma non seppe elevare le masse a quelle altezze più limpide e, se volle avere vigore e diffusione dovette porsi al livello del volgo per ricevere il più vasto consenso e dunque nell’essoterizzarsi, trivializzò la sua essenza, adottando in larga misura i riti e il cerimoniale esteriore degli antichi culti che mirava a sopprimere.
Il variegato mondo pagano era al suo tramonto, il vasto corso del suo fiume s’era disperso in mille e più rivoli che andavano ormai seccandosi, il cristianesimo al contrario, possedeva la determinazione che hanno le forze nuove di un organismo giovane, il quale con assoluta pervicacia ricerca l’affermazione di sé.
Organizzatosi in comunità, ognuna delle quali obbediva al suo Vescovo, riunendosi assieme, costituivano un complesso di forze organizzate e quindi lo strumento di un'unica volontà.
La violenta opera di conversione della Chiesa romana, la quale configura lo svolgimento di un mosaico lungo più di mille anni, formato da infiniti tasselli di varie empietà.
Nella somma intricata delle sue rivoluzioni interne, queste invece di determinarne lo sfinimento, ne rafforzarono l’autorità, la solidità sostanziale dell’organizzazione.
Ogni volta che l’emergenza della sopravvivenza premeva forte la propria necessità, come una testuggine, il clero si compattava attorno alla fede monista, nell’impenetrabile infallibilità del Dogma.
In particolar modo il III sec vedeva la nuova pianta mistica del cattolicesimo, come soffocata in una vegetazione di scismi ed eresie che ne avrebbero soffocato il giovane tronco.
Primo giardiniere salvifico fu Costantino, il quale istituendo i Sinodi e Concili Imperiali dimostrò un astuta lungimiranza politica, che si dimostrò salvifica per lo sviluppo futuro della Chiesa.
La lotta che trovò Costantino in seno al cristianesimo, si combatteva veementemente attorno l’eresia Ariana, in cui si comprometteva il principio fondamentale della teologia cattolica.
In sintesi, da quando l’attributo di Logos fu conferito al personaggio storico di Gesù, il quale era già stato rivestito del carattere di Messia, questa figura veniva a porsi come intermediaria tra l’uomo e Dio, disegnando un non ben definito contorno, tra le cui sfumature gli gnostici tendevano a restituire al Cristo una rivelazione di carattere essenzialmente politeista.
venerdì 4 luglio 2008
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